A braccio.
Edicson Ruiz dal Venuezela è proprio la figura di contrabbassista classico che mancava nel panorama internazionale. Un giovane che già per come si presenta in video è in grado di fare un' audience altissima. Bello, slanciato e soprattutto con una memoria di ferro ed una tecnica molto personale ma validissima (un pò alla Karr), e da questi elementi che si evidenziano i tratti del genio, di colui che è "erga omnes", di chi è realmente un "egregio" da ex-grege e cioè al di sopra di noi comuni mortali. Poteva venire dall' Italia o dalla Germania o dall' Austria o dal Canada. No! Edicson è piovuto dal Venuezela, una nazione che per tradizione storica non è che ne sappia moltissimo di tecniche alla Petracchi, alla Rabbath, alla Wolf, alla Della Torre ...
Il giovane suona e va, preso da una mistica visione sonora che lo fa danzare col suo immenso strumento o chitarrone (se seguiamo la terminologia esatta). Un musicista che a soli 25 anni è passato da i go-kart alla Formula 1 ed è sempre in pole position. Praticamente ha suonato a memoria quasi tutto il repertorio per contrabbasso oltre a dei brani di gusto di alcuni autori contemporanei. Io mi fermerei qui, ma sono certo che sotto l' ala protettrice di quel agnolotto che è il grandissimo Klauss Stoll e la collaborazione anche di un Alberto Bocini che credo straveda per un talento che va oltre il talento stesso (insieme a xbass.org), si formano dei mix che prima di tutto devono proteggere il loro alfiere e non da ultimo devono programmargli l' ascesa all' Olimpo del nuovo Re del contrabbasso mondiale. Per quest' ultimo sicuramente un bene nella speranza che altri compositori possano scrivere musica che non sia quella rumorosa da sparare allo stereo a quattrocento watt, bensì musica che si possa introdurre anche nei piani di studio di giovani che non sanno nemmeno cosa sia il contemporaneo o l' avanguardia più razionalistica e meno estremista. Ruiz è un giovane che avrà pure dei difetti tecnici, dal punto di vista europeo, ma che sa maneggiare i due principali archi alla tedesca tanto da farmi ripensare alla mia personale impostazione. Ma anche Patkolò non è da meno, solo che Roman mi sembra più un centometrista,mentre Edicson è quel maratoneta intelligente che si tiene dietro per scattare di grinta agli ultimi centro metri. Ora io mi chiedo. XbassTv è andato a registrarlo non so dove; ora mi chiedo ma qualcuno non poteva prenderlo da parte e sparargli una decina di domande per saperne qualcosa di più? Questo fenomeno supera tutti in grazia, ondeggiamenti talvolta ambigui ma penso che la sua personalità sia da signore vero, aspetto che non sempre è presente in altri solisti sempre a criticarsi gli uni con gli altri. Un giorno forse sarà a dare master classes ain quel di Fiesole, Petracchi permettendo, per la felicità di un Bocini che ha sempre creduto nel mini-bass, che non è un motorino ad un cilindretto, ma piccoli contrabbassi da far utilizzare alle giovanissime speranze almeno dagli otto anni in sù o prima. Noi siamo rimasti al solito rimasti indietro di molto moltissimo. E pensare che a me non piace come suona Ruiz, ma innanzi al suo fascino magnetico ed a quegli assurdi passaggi che lui sbriciola in un ben che meno, beh mi sento di appendere il chiodo al contrabbasso così da renderlo un appendi abito. La cultura musicale italiana contrabbassistica non avrà mai un talento che si è formato in Venezuela con uno pseudo metodo se non erro aiutato da un cornista compositore. In Venezuela Edicson è un mito più che un Maradona in Argentina. Da noi solo il Petracchi è stato fregiato di un qualcosa, ma non a 25 anni. E' l'evoluzione naturale darwiniana che tende a far abbassare sempre di più la media del talento che non è più cinese o koreano o giapponese. No, ora siamo passati in Venuezela, un Sud America che certo non vive un grande periodo storico e forse proprio dalla povertà concettualmente definibile nascono questi mostriciattoli sempre più affamati di potere, fama e prestigio. L' Italia non è che stia poi molto meglio del Venuezela, ma dai noi se non si seguono schemi prefissati si viene tacciati di antimusicalismo e la nostra carriera finisce la. E pensare che Ruiz suona i brani più "classici" in maniera molto poco rispettoso della Tradizione, di quella filologia che mai è esistita e che è solo il frutto di una societas sempre più avulsa e convulsa e frettolosa, da far pensare che un Adagio sia un "moderato allegro! " senza l' Allegro che alla fine guasta tutto. Più le interpretazioni musicali sono come delle sveltine da praticare bene ma con grande fretta, così sembra, e si parla in generale, che tutti non vadano di buon grado ad un' opera di Wagner se non si ha a disposizione un sei o sette caffe a portata di mano. Ma il nostro Ruiz corre solo un rischio: quello di bruciarsi sotto l' ondata di piena di applausi che lo ha travolto in questi tempi. Mi ricorda il Badilà che dinanzi all' altro compianto Benzi gli spiattello in tre ore tutto il repertorio bottesiniano. Ruiz mi sembra più pacato e è protetto da tutti i santini che lo raffigurano in Venuezela, cioè è lui che protegge se stesso. Poi ci sono alcune piccole furbizie che adotta e che lo rendono ancora più inarrivabile. Ma questo è il periodo della sua massima espressione artistica ed adesso bisogna strizzarlo, visto che il contrabbasso logora non solo il corpo ma anche la mente. Per i curiosi non si sa bene che corde utilizzi ... ma lui suonerebbe anche con le corde da marinaio. Ma allora è migliore la scuola di Simandl che Karr odia o quella del Bottesini e discendenti che sembrano, nella loro compostezza, stiano perdendo dei colpi a livello internazionale. Tecnicamente di certo... musicalmente forse ce la potremmo giocare ai rigori.
Ruiz a parte, la situazione e' tragica e l' Italia contrabbassistica, melomane è ormai scomparsa. Non avremo un genio alla Ruiz, ma non si può avere tutto dalla vita in un Paese come l' Italia alla quale i fondi per l' Arte si potranno trovare solo in caso di un dissesto geologico o di una dichiarazione di calamità naturale.
mercoledì 13 gennaio 2010
martedì 5 gennaio 2010
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